Ospite nell’ultima puntata del programma social di Alberto, più conosciuto come L’Educatore Influencer, l’ex star di Avanti un altro racconta la sua esperienza di giovane gay emarginato in un paesino dell’estremo Sud dell’Italia.
Nell’ultima puntata del programma social condotto da Alberto, meglio noto come L’educatore influencer, Luigi Spera, ex star di Avanti un altro dove ha interpretato il personaggio di ‘Mr. G.’, racconta la sua esperienza di gay emarginato in un paese dell’estremo Sud d’Italia.
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“Provengo da un paese del Sud, dove la mentalità è, in gran parte, ancora retrograda. Quando avevo 17 anni, mia madre scoprì che frequentavo un ragazzo di quasi 40 anni. Le venne un colpo e un giorno che non riusciva a trovarmi, chiamò i carabinieri per denunciarlo. Io ero a casa del mio fidanzato quando, all’improvviso, arrivarono le forze dell’ordine che mi chiesero cosa stesse succedendo. Confidai loro che ero gay e che ero andato semplicemente a trovare il mio moroso. Furono comprensivi e mi dissero di non preoccuparmi. Furono loro a dire ai miei genitori che ero gay”.
Il racconto di Luigi prosegue angoscioso e preciso. Dopo aver scoperto che fosse omosessuale, i suoi genitori lo rinchiusero in casa, dicendogli che sarebbe guarito presto dalla malattia.
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“I miei non mi hanno fatto più uscire di casa se non per partecipare ad alcuni incontri di preghiera, una specie di riti di liberazione in cui venivano portati tutti i gay affinchè fossero liberati dal male che li affliggeva. Vedevo ragazzi, anche giovanissimi, che urlavano e si dimenavano come impazziti e ogni volta mi spaventavo terribilmente e piangevo. I miei zii, poi, mi dissero che se li avessi ascoltati e seguiti, sarei guarito dalla malattia. Volevano addirittura farmi esorcizzare”.
Per timore di essere ulteriormente vessato, Luigi finse di essere finalmente ‘guarito’ e decise di interpretare il ruolo del ragazzo etero, fidanzandosi con la sua migliore amica per poter riconquistare la libertà perduta.
“Ad un certo punto, compresi che l’unico modo per uscirne era quello di rinnegare il mio orientamento, fingendo che fossi finalmente guarito. Così, annunciai a tutta la famiglia che mi ero innamorato di una cara amica con cui mi fidanzai. Furono tutti felici. Ero guarito. Finalmente ritrovai la mia libertà perduta”.