Un episodio spiacevole quello che ha avuto come protagonisti una dipendente del Gran Caffè Gambrinus e un giovane cliente. L’accaduto è stato raccontato dal 20enne Emanuele Luigi Cuomo in un post pubblicato sul suo profilo Facebook, dove denuncia di aver ricevuto offese omofobe da parte dell’addetta al banco dello storico locale. Uno scambio di battute nato da un’incomprensione e che, secondo il ragazzo, sarebbe sfociato in frasi scortesi e volgari pronunciate dalla dipendente nei suoi confronti.
«Oggi 29-09-19 ore 18.57 insieme con mia madre mi sono recato al caffè Gambrinus (dove spesso vado) per prendere dei dolci e fin qui tutto bene – scrive il ragazzo, che studia scienze della comunicazione del cinema e del teatro e fa l’attore –. Al bancone dei dolci stava una commessa abbastanza alterata e scocciata con altri clienti stranieri». E continua: «Arrivato il mio turno le indico quali dolci volevo e lei cominciando ad urlare dice: E ma io come faccio a capire che cosa vuoi. Allorché le spiego che non riesco a leggere i cartellini con il nome poiché di fianco a me c’è un signore (in carrozzina) e che quindi posso solo indicarli. Lei ribatte dicendo: È inutile che me pigli pe’ scema, perchè je nun so’ scema». In quel momento ci sarebbe stata l’offesa: «Si gira e a quel punto avendo a che fare con un suo collega urla: Arò è asciut’ ‘stu ricchione. Io a quel punto le dico che anche essendo ricchione ho più educazione di lei. E di tutta risposta mi arriva un Accirete!». Poi il ragazzo conclude con un appello a quanti leggono il suo racconto: «Vi prego a tutti di condividere questo messaggio, non fatelo per me ma per chiunque, anche per voi stessi! Per un mondo più civile!
Una richiesta che è stata accolta alla lettera dagli utenti del social network, considerando che il post è diventato virale, registrando più di 1.500 condivisioni in meno di 24 ore. Così la storia è arrivata ai responsabili di Arcigay Napoli, che in un comunicato esprimono solidarietà al ragazzo, ma sottolineano anche l’impegno profuso dall’organizzazione affinché le aziende accolgano al meglio i membri della comunità LGBT: «Gli insulti omofobi ricevuti da Luigi da parte di una commessa del Gambrinus, rappresentano solo l’evidenza di dinamiche assurde che si realizzano ogni giorno in numerose aziende, dove è imperante un linguaggio sessista e machista, che lede soprattutto le donne e la comunità LGBT – si legge nella nota sottoscritta dalla presidente del Comitato Arcigay Antinoo di Napoli, Daniela Lourdes Falanga –. Dinamiche che si innescano tra gli stessi dipendenti e che trovano spesso anche la complicità e il silenzio degli imprenditori». E aggiunge: «Il vero problema è che nelle aziende si tollerano espressioni di supremazia, volgarità e abusi di potere da parte di chiunque senta il bisogno di creare la vittima, e i responsabili sono quelli che girano la testa e fanno finta di niente». Poi conclude: «Il nostro comitato ha sempre creato reti solide con diverse aziende campane e ha sempre attuato campagne di sensibilizzazione, garantendo il benessere di molti lavoratori che facevano fatica anche a fare coming out. Continueremo con altrettanta determinazione a denunciare per determinare condizioni di benessere per tutte e tutti».