“Elisa Pomarelli è stata uccisa due volte: come donna e come lesbica, perchè ha rifiutato il suo assassino – dichiara Fabrizio Marrazzo, portavoce Gay Center – Un femminicidio premeditato e compiuto come atto punitivo per Elisa, in quanto donna lesbica. Quanto accaduto dimostra quanto siamo indietro sui diritti delle donne e delle persone lesbiche, gay e trans”.
E’ importante che al più presto venga approvata una legge contro l’omofobia, che preveda anche percorsi formativi e culturali dalla scuola primaria e nella società, per abbattere il pregiudizio e la discriminazione contro le donne e le persone lesbiche, gay e trans.
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Lei non voleva più vederlo, non sopportava più le sue pressioni e forse, chissà ha chiarito durante quel pranzo domenicale, l’ultimo della sua vita, che voleva solo una amicizia. E per questo è stata uccisa. Solo per essere stata se stessa. E’ questa per gli inquirenti la chiave del delitto di Elisa Pomarelli, confessato da Massimo Sebastiani, arrestato dopo una fuga di due settimane. L’arresto di Sebastiani e il ritrovamento del cadavere della ragazza, ha dato una importante svolta investigativa a quello che all’inizio era il giallo sulla comparsa di due amici. In queste ore, con Massimo in carcere a Piacenza in attesa dell’interrogatorio con il gip per la convalida dell’arresto, emergono i particolari di un delitto. La Procura ha disposto anche l’arresto di Silvio Perazzi, padre di una ex compagna di Sebastiani. L’uomo, indagato per favoreggiamento, secondo gli inquirenti avrebbe aiutato Sebastiani ad eludere le ricerche, consentendogli di nascondersi, durante le due settimane di caccia all’uomo tra i boschi nella zona di Sariano di Gropparello. Proprio un’abitazione di Perazzi in quella zona è stata posta sotto sequestro dagli inquirenti: l’assassino probabilmente si è nascosto lì a lungo, dopo aver trascorso i primi giorni in mezzo ai boschi sopravvivendo come meglio poteva. Il corpo di Elisa era sepolto a poche centinaia di metri in un luogo impervio.
“L’assassino dovrebbe essere condannato due volte e giudicato senza alcuna attenuante.” conclude Marrazzo.