“Un anno fa mi sono reso conto di dovere apportare cambiamenti sostanziali nella mia vita. Ho capito che non potevo più restare sposato e che era arrivato il momento di affermare la mia omosessualità“. Queste parole hanno fatto il giro del mondo e sono state scritte da David Matheson, un uomo che per anni si è occupato di “guarire” i gay dall’omosessualità.
Matheson ha pubblicato nel 2013 “Becoming a Whole Man”, libro che nel mondo delle terapie di conversione, compresa l’area italiana, ha contribuito in maniera decisiva a rafforzare il principio che l’omosessualità derivi principalmente dall’incapacità di relazionarsi con le attività considerate connaturali al proprio sesso biologico. Oggi lo stesso Matheson ha chiesto ad Amazon di non vendere più il suo libro.
“Il punto centrale del mio libro – spiega l’uomo – è che, accettando tutte le parti della nostra natura come uomini, possiamo diventare completi e liberi dalla vergogna. Tuttavia, il mio libro contiene alcuni concetti sull’essere gay che ho riconsiderato attentamente nell’ultimo anno. La mia prospettiva sull’essere gay è cambiata. L’ho tolto quindi da Amazon fino a quando non sarò riuscito a riesaminarlo e correggerlo. Il programma di ritiro ‘Journey Into Manhood’ era destinato a uomini che, per motivi religiosi, credono che l’omosessualità sia sbagliata. Sono sempre del parere che tali persone abbiano il diritto di riunirsi e sostenersi a vicenda. Tuttavia tali insegnamenti possono angosciare e creare un senso d’ulteriore vergogna in uomini che la pensano diversamente o che cambiano idea dopo aver frequentato il ritiro. Così ‘Journey into Manhood’ ha finito per danneggiare le persone“.
“Non ho mai nascosto di essere attratto da persone del mio stesso sesso – continua – I miei clienti lo sapevano tutti. Lo sapevano le persone che partecipavano a Journey come anche gli amici intimi, mia moglie e i miei familiari. Mi sono sempre accettato come persona omosessuale. Non me ne vergognavo. Ma credevo che sarebbe stato sbagliato per me avere una relazione gay. L’ho creduto per molti anni e ciò mi ha spinto ad aiutare altri uomini che condividevano questa convinzione. Anche se non credo più che le relazioni tra due persone dello stesso sesso siano sbagliate, rispetto le persone omosessuali che credono ancora il contrario“.
“In 22 anni di attività ho lavorato con diverse centinaia di clienti. – dichiara l’uomo pentito – Non ho un conteggio esatto anche perché ho distrutto la relativa documentazione secondo quanto previsto dalla deontologia professionale. Ho usato metodi di terapia riparativa classica per gran parte della mia carriera, anche se ho continuamente modificato il mio lavoro in base a ciò che ritenevo efficace e inefficace. Intorno al 2014 ho abbandonato quasi tutti i metodi della terapia riparativa. A quel tempo, le mie opinioni su come assistere le persone Lgbtq religiose erano cambiate sostanzialmente. L’età dei miei clienti è stata varia: dagli adolescenti ai 70enni”.
“Ora sento un peso enorme, perché il mio coming out ha scatenato una tempesta di dolore e rabbia, rimasta latente per troppo tempo – conclude – Sono nel mezzo di questa tempesta e sono oggetto di rabbia, odio, paura, sfiducia da entrambe le parti: quella dei gruppi degli ex-gay e quella della collettività Lgbtq. Allo stesso tempo ho però ricevuto anche molto amore da entrambe le parti. Alcuni dei miei amici più solidali oggi sono persone che mi consideravano loro nemico fino a tre settimane fa. E persone, che mi consideravano il loro eroe fino a tre settimane fa, non mi considerano un nemico. Anche così, ci sono però momenti in cui provo un senso di enorme sollievo, per poter finalmente condurre una vita in linea col mio essere gay“.