Mentre sabato 8 giugno erano in corso i Pride 2019 in diverse città (Roma, a 25 anni dalla prima manifestazione dell’”orgoglio gay”, Trieste, Ancona, Messina e Pavia) i cattolici che non si sono piegati all’agenda gay mondiale hanno pregato (e lo faranno anche nei prossimi giorni) per “riparare lo scandalo pubblico”, che i Pride sono accusati di creare, a “danno dell’Ordine naturale”.
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Basandosi sull’inequivocabile Dottrina della Chiesa Cattolica, compendiata nel Catechismo, ricordando che la Preghiera di Riparazione è un atto di culto e non una manifestazione politica (vietando, quindi, l’esibizione di bandiere di partiti o movimenti politici), ed è anche la partecipazione “all’atto espiatore di Cristo da parte dei cristiani, i quali, mentre si uniscono al suo sacrificio redentore, chiedono anzitutto il perdono per le proprie colpe e poi per quelle degli altri, specialmente di coloro che la redenzione la rifiutano o la combattono”, nella capitale il Comitato San Filippo Neri è sceso in piazza nella tarda mattinata di Sabato 8 giugno, presso Porta Pia, per pregare nel corso di una Processione di Riparazione.
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