«Lo yoga provoca rivolte e porta i detenuti verso l’omosessualità» succede in Russia, a Mosca, dove in due carceri era stato inserito lo yoga come attività ricreativa per i detenuti; attività che però è stata sospesa perchè secondo la senatrice russa Yelena Mizulina causa l’omosessualità.
Chi è Yelena Mizulina? Yelena è una legislatrice di stampo conservatore conosciuta per essere la madrina delle “leggi anti-propaganda gay”, ma non solo, è anche a capo della Commissione Parlamentare sulla Famiglia, le Donne e i Bambini; si dichiara contro l’aborto e voleva imporre una tassa sui divorzi, auspica la messa al bando della gestazione per altri, inoltre nel 2014 ha cercato di fare in modo che tutte le donne fertili non potessero accedere agli studi universitari senza prima aver concepito. Insomma un Congresso della Famiglia versione russa!
GUARDA: Russia, bandito in tutto il Paese il video con baci gay: rimosso anche da Facebook e Youtube
La notizia della sospensione dello yoga nelle carceri è stata riportata sul giornale Moskovskij Komsomolets dopo aver ricevuto una lettera che Mizulina ha inviato al procuratore generale dove richiede un’indagine approfondita per verificare gli effetti che ha lo yoga sui detenuti.
Infatti, lo yoga, secondo la senatrice provocherebbe ai prigionieri un’eccitazione sessuale incontrollabile e così, non riuscendo a controllarsi, rischierebbero di avere rapporti omosessuali tra di loro.
LEGGI: Russia 2018, in Piazza sventola la bandiera Lgbt: raggirato il divieto di propaganda gay
Tuttavia, le lezioni bloccate da Yelena saranno presto ripristinate grazie a Valery Maksimenko il vice capo dei servizi penitenziari che ha fatto notare alla senatrice che lo yoga viene praticato in tutto il mondo e, che ha avuto effetti positivi sul comportamento e sulla psiche dei carcerati. Ha inoltre sfidato la senatrice dichiarando in un programma radiofonico: «Il mondo intero lo fa e praticare non ha causato alcun effetto negativo. Non renderà nessuno gay. Anche se fosse, siamo in una democrazia e ognuno ha il diritto di scegliere la propria strada».