L’autrice è stata condannata per diffamazione e dovrà pagare una multa di 1500 euro. Per il giudice “offendeva in più occasioni l’onore e la reputazione delle persone con tendenza omosessuale” e sosteneva che “tollerare l’omosessualità equivale ad accettare la pedofilia”
Il medico e autrice di romanzi fantasy è stato processato con l’accusa di diffamazione per alcune delle sue numerose esternazioni pubbliche contro l’omosessualità.
Il procedimento aveva preso le mosse dopo le denunce delle associazioni Lgbt. Fuori dal tribunale si è formato un piccolo presidio di solidarietà alla De Mari. Tra le frasi contestate alla De Mari, quella secondo cui “il movimento Lgbt vuole annientare le libertà di opinione e sta diffondendo sempre di più la pedofilia“, comparsa sul suo blog nel 2017, o “l’atto sessuale tra due persone dello stesso sesso è una forma di violenza fisica usata anche come pratica di iniziazione al satanismo”, rilasciata durante un’intervista radiofonica. Nella sua arringa, il difensore, avvocato Mauro Ronco, ha fatto presente che “nei pride ci sono molti segnali in questa direzione, dove i simboli cristiani sono utilizzati a modo di spregio e di vilipendio”.
Dovrà risarcire due associazioni, il Coordinamento Torino Pride e la Rete Lenford, con una provvisionale di 2.500 euro ciascuno. L’avvocato che rappresenta la prima organizzazione, Nicolò Ferraris, si dice soddisfatto della decisione. “È una sentenza storica – afferma l’ex presidente del Coordinamento, Alessandro Battaglia -. A quanto ci consta mai è successo che un’associazione Lgbt venisse ammessa a un processo per diffamazione”. Nonostante la condanna, De Mari non intende indietreggiare. Tuttavia il 21 marzo prossimo dovrà ripresentarsi in tribunale per un altro processo per diffamazione, questa volta ai danni del Circolo “Mario Mieli” di Roma.