La famiglia di Amy Winehouse e la fondazione intitolata alla cantante inglese scomparsa nel 2011, avevano già approvato il progetto: una serie di concerti in cui la voce di Rehab sarebbe tornata in scena, attraverso video e ologrammi. A contestarlo, oltre ai fan, c’è ora anche l’ex marito della star, Blake Fielder-Civil, da molti considerato l’artefice del declino disastroso di Amy Winehouse.
“Saranno solo vecchi filmati, perché non potrà esserci nulla di nuovo – ha spiegato Blak in un programma tv, aggiungendo – Sono un po’ preoccupato di quello che la gente vedrà: gli spettatori devono essere avvertiti. Devono sapere che non ci sarà alcun elemento umano in tutto questo. Per quello che penso, guardare un ologramma non è diverso dal guardare un video. Quelli che vogliono vedere Amy su un palco sappiano che l’occasione di farlo se n’è andata e non tornerà più“.
Nel corso dell’intervista Fielder-Civil ha ammesso di aver tratto vantaggi economici dalla relazione con Amy Winehouse, vendendo interviste. Ha anche parlato del rapporto della coppia con le droghe, spiegando che lui e Amy ne hanno fatto uso solo per sei mesi, quando non erano ancora sposati. “Prima non usavamo stupefacenti – ha spiegato Blake -: lei fumava cannabis. Io mi sono fatto di eroina quattro o cinque volte. Non voglio più essere indicato come unico responsabile. Anzi, credo di essere stato l’unico a essersi assunto le proprie responsabilità“.