E’ stato abbattuto anche l’ultimo muro con una operazione che ha infranto definitivamente, il tabù dell’omosessualità. E’ accaduto nella quinta puntata di Portobello, andata in onda sabato 1 dicembre sulla prima rete di viale Mazzini.
E’ il momento della rubrica Fiori D’arancio. Qui, tradizionalmente, persone vengono nel tentativo di cercare l’anima gemella. La telecamera inquadra un ragazzo di 27 anni, Alessio, siciliano trasferitosi a Milano. Si racconta e dice di essere single da 3 anni. E’ alla ricerca di una relazione seria.
Alessio vuole conoscere un ragazzo capace di interessarlo mentalmente più che fisicamente. Il suo coming out è avvenuto molti anni fa. Si era confidato con un’amica per la quale la rivelazione non era stata una sorpresa: aveva già capito tutto ed aveva cercato di stargli vicino per aiutarlo a superare le difficoltà allora non superate.
Viene mostrata anche la madre che ha tentato di proteggere il figlio dalla chiusura di un ambiente che ancora non riusciva ad accettare l’amore tra persone dello stesso sesso come normalità.
Alessio ha più volte sottolineato, con il supporto di Antonella Clerici, che sta cercando di lanciare un messaggio positivo, finalizzato a infrangere un tabù ancora, purtroppo esistente. Insomma vuole far capire che non bisogna vergognarsi di amare e che quella denominata “normalità” è solo una realtà opinabile.
Il giovane viene mostrato con la bandiera rainbow che rappresenta per lui un simbolo di gioia e di unione. Questa volta il messaggio di Rai 1 è stato forte e chiaro anche in prima serata e in uno show nazional- popolare di grande appeal.
In passato la rete leader di viale Mazzini aveva realizzato una analoga operazione nella serialità televisiva. In particolare nella fiction I bastardi di Pizzofalcone con Alessandro Gassmann era presente una relazione sentimentale omosessuale al femminile.
Questi esempi sono molto importanti per veicolare un messaggio di uguaglianza nell’amore: ci sono ancora troppi tabù che danneggiano spesso la vita di ragazzi e potrebbero spingerli a gesti estremi.
Se è Rai 1 la rete “cattolica” a infrangere questo tabù, c’è la concreta possibilità di restituire fiducia e speranza non solo ai giovani ma anche ai loro genitori e familiari.