Sara Gandolfi per il “Corriere della Sera”
Il grande dilemma della scuola inglese non è più lo shakespeariano «essere o non essere» ma qual è la divisa più «appropriata» per i propri allievi, maschi, femmine e Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender).
L’ ultima indagine nelle scuole del Regno ha però scosso in un colpo solo sia i nostalgici vittoriani sia i moderni libertari: in almeno quaranta istituti superiori è stato proibito alle ragazze di indossare le gonne, in favore di una divisa neutrale e gender-free, camicia e pantaloni.
I motivi sono i più vari. Alla Priory school di Lewes, in East Sussex, è la risposta agli studenti che protestavano contro l’ obbligo di una divisa separata per maschi e femmine, perché metteva in difficoltà i compagni transgender. Alla Copleston high school di Ipswich, invece, le gonne figurano in una «lista nera» che comprende anche «jeans attillati e piercing sul volto»: tutti gli studenti – spiega il Sunday Times – devono indossare «semplici pantaloni grigi».
Alla Woodhey high school di Bury, le gonne sono vietate perché «indecorose e imbarazzanti quando le ragazze siedono a terra durante le assemblee o le lezioni di teatro». A Bradford, infine, si asseconda la «sensibilità» dei genitori musulmani che non gradiscono veder uscire di casa le figlie a gambe scoperte.
La scuola «trousers only», però, non convince. «È una sciocchezza – ha commentato la femminista americana Naomi Wolf -. Se venisse lasciata libertà di scelta, ognuno troverebbe l’ abbigliamento più adatto a sé». Posizione condivisa da molti studenti.
«La questione dell’ autostima sta diventando centrale per noi adolescenti, vietarci di indossare i vestiti con cui ci sentiamo più comodi rischia di danneggiare la nostra salute mentale e i risultati scolastici», afferma la petizione, che lancia una freccia avvelenata anche verso i prof, più o meno bacchettoni: «Se un insegnante pensa che vedere la gamba di un’ allieva sia “troppo sessuale” dovrebbe essere licenziato immediatamente». Insomma, i tempi cambiano.
Negli anni 60 la donna voleva i pantaloni, per asserire l’ eguaglianza con l’ uomo, oggi vuole poter scegliere senza imposizioni. O senza che qualcuno misuri la lunghezza della sua gonna. L’ anno scorso aveva fatto scandalo il metodo adottato alla West Bridgford school di Nottingham: le studentesse dovevano inginocchiarsi su una sedia e se la distanza fra orlo e seduta superava i 5 centimetri venivano rispedite a casa a cambiarsi.
Sulla barricata opposta, il mese scorso la Chiltern Edge school in Oxfordshire ha vietato i pantaloncini estivi ai maschi permettendo loro però di presentarsi in gonna, come misura anti-afa. Torniamo ai kilt degli avi scozzesi…
Il modello vincente, alla fine, sembra però quello scelto dall’ antichissimo e prestigioso Brighton College, che in nome della «gender fluidity» ha rinunciato al «dress code» scolastico. Gonna, pantaloni, cravatta, foulard: va bene tutto, purché studiate.