Francesco Iannuzzi per “la Stampa”
L’Opera nazionale ungherese si arrende e sospende le 15 rappresentazioni del musical «Billy Elliot» che era in cartellone a Budapest. La decisione del direttore del teatro Szilveszter Okovacs fa seguito «alla campagna negativa delle ultime settimane che ha fatto crollare la vendita di biglietti in modo considerevole». Il riferimento, in particolare, è al giornale «Magyar Idok», vicino al governo ultraconservatore del premier Viktor Orban che ha sostenuto che il musical rischiava di trasformare i piccoli ungheresi in «omosessuali».
Questo perché il musical, ispirato al film del registra britannico Stephen Daldry del 2000, è ambientato in una città del Nord dell’ Inghilterra negli Anni 80 e racconta la storia di un adolescente di estrazione sociale modesta che sceglie di dedicarsi alla danza classica anziché alla boxe, diventando una stella.
LA CAMPAGNA STAMPA
All’ inizio del mese il quotidiano scriveva che «la propagazione dell’ omosessualità non può essere un obiettivo nazionale quando la popolazione sta invecchiando e sta diminuendo e il nostro Paese è minacciato da un’ invasione». Non è chiaro se il giornale ha mischiato l’ orientamento sessuale delle persone con l’ immigrazione o se era preoccupato per un’ invasione di omosessuali.
Ma è comunque da tempo che le campagne di carattere omofobo si sono moltiplicate in Ungheria. Martedì scorso il settimanale Figyelo, anche questo vicino a Orban, aveva pubblicato una lista di nomi di ricercatori dell’ Accademia ungherese delle scienze accusati di lavorare sui «diritti degli omosessuali», come se gli omosessuali fossero in cerca di diritti speciali. Le iniziative ungheresi fanno il paio con quanto accaduto in Russia alla vigilia delle elezioni presidenziali del marzo scorso.
Su Youtube era comparso un video dal titolo «Tutti al voto» in cui il protagonista che va a letto la sera, anticipando la sua intenzione di non recarsi alle urne in vista delle elezioni, si sveglia poi in una nuova realtà in cui viene reclutato da militari di colore che fanno la «Dab dance», e in cui il figlio è un giovane «pioniere comunista» e in cucina si ritrova un ospite gay che per legge ognuno deve tenere in casa una settimana. Quando si sveglia «realmente», la mattina dopo, il protagonista del filmato corre alle urne, presumibilmente per votare Putin. (sotto il video).