Da: il Messaggero.it
Hanno dai 12 ai 30 anni, vengono dal sud come dal nord Italia. Trans, lesbiche, gay: vittime dell’omofobia che ogni giorno si rivolgono al Gay Help Line. E queste sono solo alcune delle storie di violenza quotidiana.
Ragazzo 14 anni, Sud Italia. Dal momento in cui i genitori hanno scoperto la sua omosessualità il padre lo picchia a ripetizione e la madre acconsente, assecondando l’atteggiamento violento dell’uomo e applicando le sue disposizioni negative. Ha molti fratelli e il più grande, di 16 anni, se la prende spesso con lui. Di frequente i genitori gli negano i pasti e lui è costretto ad andare a mangiare dalla zia. In passato il padre lo ha picchiato al punto di lasciare cicatrici sul suo corpo e delle bruciature sulle caviglie, dove gli ha gettato della benzina e dato fuoco.
Il ragazzo aveva raccontato gli episodi a scuola, ma non c’era stato nessun intervento. Con il supporto del MIUR e dell’OSCAD è stato messo in protezione e denunciato i familiari.
Ragazza 12 anni, Nord Italia. E’ una ragazza dodicenne che frequenta la seconda media ma ha grande consapevolezza di sé e del suo essere lesbica. Dice di aver pensato di essere attratta dalle ragazze e da qualche mese è fidanzata con una ragazza di un anno più grande che frequenta la stessa scuola. I suoi genitori la sminuiscono e la insultano ogni volta che si comporta in modo poco femminile. Da quando ha scoperto del suo rapporto con la fidanzata sua madre la picchia e le tira i capelli arrivando a trascinarla. Lei si sente in colpa e in passato ha tenuto comportamenti autolesionisti (riferisce di tagli). La madre non la fa uscire da tempo e ha provato in tutti i modi a scoraggiare questo rapporto, arrivando a minacciare la madre dell’altra ragazzina. Con il supporto del MIUR e dell’OSCAD il caso è stato segnalato alle autorità competenti.
Ragazza trans di 21 anni, straniera. La ragazza, di condizioni economiche modeste, viene attirata da una promessa di lavoro in Italia. Incappa dunque in una rete criminale di uomini e donne trans conniventi che le pagano il viaggio per l’Italia, ma in seguito la costringono a restituire il denaro a forte tasso di interesse con attività di prostituzione. Per un anno la ragazza è costretta a prostituirsi sotto la minaccia di violenze fisiche: paga 14.000 euro ai propri aguzzini. Durante questo periodo viene ripetutamente aggredita e malmenata ogni volta che non rispetta una scadenza di pagamento, finché non trova la forza di contattarci tramite un amico. Segnalato il caso all’OSCAD e la ragazza denuncia e viene messa sotto protezione.
Ragazzo di 19 anni Centro Italia, il ragazzo, una volta scoperto di essere gay si confida con i propri genitori che non accolgono bene il suo coming out. Il loro giudizio totalmente negativo sull’omosessualità è infatti motivato in primis dal fatto che siano molto religiosi. Costringono dunque il figlio a raccontare tutto alle autorità religiose che, in occasione di un primo appuntamento cercano di fargli cambiare idea demonizzando l’omosessualità e prospettandogli un destino terreno e ultraterreno di perdizione e sofferenze. Nel corso di un secondo appuntamento poi, due sacerdoti si propongono di far guarire il giovane attraverso un esorcismo. A questo scopo lo legano a una sedia e lo sequestrano per molte ore continuando a recitare versetti contro satana e la sodomia. Alla fine di questa pratica il ragazzo è estremamente turbato e impaurito e si rifiuta di tornare nel tempio. Spinto dalle imposizioni dei genitori che minacciano di cacciarlo via da casa nel caso non si fosse più sottoposto a quella ‘terapia’, il ragazzo decide così di chiedere aiuto preferendo allontanarsi dalla famiglia, e viene aiutato a trovare una struttura di protezione.