Di Avicii, oltre i brani coinvolgenti e la tragedia della sua morte misteriosa, si sapeva molto poco, soprattutto al riguardo della sua vita privata. Tra i pregi del dj e producer svedese di 28 anni, morto in Oman in circostanze ancora misteriose e non confermate, c’era anche una spiccata attitudine alla beneficenza.
Infatti, come ha rivelato il suo manager Ash Pournouri, Avicii aveva creato con lui una fondazione non profit, House for Hunger, che aveva lo scopo di raccogliere un milione di dollari attraverso la vendita di biglietti del tour dell’artista negli Stati Uniti.
Un anno dopo ha donato un altro milione, questa volta di euro, all’associazione di carità Radiohjalpen, attiva nella lotta contro la malnutrizione dei bambini della zona sub-sahariana dell’Africa. Nel 2013, con la collaborazione di circa 4.200 artisti da tutto il mondo ha creato “la più grande collaborazione musicale del mondo”, con lo scopo di raccogliere altri fondi per House for Hunger.
Nel 2014 Avicii amplia i suoi orizzonti per la beneficenza alla lotta contro Hiv e AIDS. A novembre lancia Ultimate Year of Music with Avicii, in collaborazione con l’organizzazione (RED) fondata da Bono Vox. Nonostante i grandi sforzi collegati ai suoi eventi, nel 2016 a causa di problemi di salute Avicii ha annunciato il ritiro dai tour indefinitamente. Nel 2018, il tragico epilogo.