Nonostante – in rari casi – si possa fratturare, il pene dell’uomo non contiene alcun osso. (la rottura, quando c’è, riguarda la membrana che ricopre i corpi cavernosi, la struttura spugnosa dell’organo maschile).
Eppure il baculum, questo il nome dell’osso penico, è presente in molti primati: ce l’hanno macachi, bonobo, scimpanzé, gorilla e molti mammiferi placentati. Che cosa l’ha reso inutile per l’uomo, nel corso dell’evoluzione? Perché alcune scimmie ne hanno uno e altre no?
Nell’uomo le cose funzionano diversamente. Gli scienziati ipotizzano infatti che l’essere umano abbia perso l’osso del pene quando la monogamia è emersa come la strategia riproduttiva dominante, circa 1,9 milioni di anni fa, al tempo dell’Homo erectus. A quel punto non c’era più bisogno di far durare la penetrazione tanto più a lungo, e l’osso è scomparso.