Le prestigiose università inglesi temono l’esodo degli studenti europei? La City di Londra quello di banchieri? La Brexit mette a rischio interi settori del commercio e del business? Nessun problema, saranno i gay a salvare la Gran Bretagna. La settimana scorsa l’Economist ha pubblicato una mappatura della vita omosessuale nel Regno Unito, rivelando come anche nelle campagne i gay escano ormai allo scoperto.
“Io insultato su Fb perché gay e di destra”: Sandro Mangano aggredito dalla comunità lgbt
Una novità assoluta che rompe decenni di pregiudizio rurale e bigottismo provinciale. Così mentre God’s Own Country, un recente film, racconta la vita di due pastori gay nello Yorkshire, a Darlington, nel profondo Devon, hanno allestito una rassegna di orgoglio omosessuale. Durante la First Dartington Outing, sono stati esposti disegni lesbici e un tour virtuale intorno al corpo di un gay Hiv positivo. La settimana si è conclusa con un «rainbow tea party», un tè arcobaleno.
Il gay che fa outing in campagna ha i capelli grigi, spesso over 50 o pensionato. Jonathan Cooper si è trasferito in Devon con il compagno l’anno scorso e dice all’Economist: «I migliori B&B della zona sono gestiti da coppie gay che si sono trasferite dalla città».
Arriva il permesso matrimoniale anche per i conviventi e le coppie gay
L’ondata di intolleranza verso le minoranze che è stata una delle cifre della marea populista post referendum con strascico di «crimini razziali», non sembra intaccare l’immagine del Regno Unito come paese «gay friendly». Non solo nelle realtà urbane, giovani e più dinamiche, cosa che già si sapeva. Non solo nelle università, dove ogni anno viene stilata la classifica dei college più tolleranti, tenendo conto di una serie di parametri come il numero di eventi dedicati alla comunità Lgbt e alle politiche di repressione del bullismo omofobico. Non solo a Londra, a Soho o nei club di Vauxhall, rinomate mete del turismo Lgbt.
Maurizio Costanzo celebra il matrimonio tra Pierluigi Diaco e Alessio Orsingher, conduttore di La7
Adesso anche nei luoghi più tradizionali e conservatori. Come il collegio di Eton, fondato nel 1440, che apre ai transgender. Eton è la scuola maschile più prestigiosa del regno, 38 mila sterline l’anno di retta, fucina di principi, re e primi ministri, dove i ragazzi indossano il tight e il cappello ogni giorno. Sabato sul Guardian il preside Simon Henderson ha dichiarato che la scuola si apre al mondo moderno. Uno si aspetterebbe l’ingresso delle ragazze nelle austere stanze, invece no. Fanno un corso per sensibilizzare i ragazzi a essere «gender intelligent» con una particolare attenzione alla fluidità sessuale, in crescita nella fascia tra i 18 e i 24 anni. Se la Gran Bretagna sarà un paese arcobaleno, almeno qualcuno non avrà motivo di lasciare il paese dopo le 23 del 29.3.2019, l’ora X della Brexit fissata da Theresa May.