“Le molestie sulle donne nel mondo del cinema? Ci sono sempre state. E prima era anche peggio di oggi”. Sandra Milo non ha peli sulla lingua. E ricorda, dalla Festa del Cinema di Roma dove arriva per presentare un documentario sulla sua vita (“Salvatrice-Sandra Milo si racconta” di Giorgia Wurth), i migliaia di uomini che le hanno toccato il fondoschiena: “Ci provavano sempre e tutti. Qualche volta ci stavo e qualche volta dicevo di no: funzionava così”.
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La diva italiana, oggi 84enne, è stata “più amata come personaggio che come attrice”, ma questo non le ha mai dato grande dispiacere. Il fatto di essere stata apprezzata più per le sue forme che per la sua arte, invece, ha sempre suscitato in lei una doppia reazione: “Da una parte ti senti offesa perché sei apprezzata per qualità di cui non hai merito. Allo stesso tempo, però, ti senti anche un pochino lusingata”.
Tornando al caso Weinstein, la musa di Federico Fellini prosegue: “Non è certo una novità che gli uomini molestino le donne. Accade nel cinema come in ogni altro ambiente di lavoro. Negli anni Sessanta e Settanta era anche peggio. Ma una donna può sempre dire di no. Se non lo fa spesso è perché le fa piacere”. E ancora: “Non capisco chi dice di essere stata molestata da un produttore e poi ci fa tre film: dovevi denunciarlo subito, non guardarlo più in faccia e non continuare a lavorare con lui”. Il motivo per cui stanno crescendo le denunce, soprattutto in America, è legato al “riscatto di un dolore. C’è una rivendicazione per un passato che fa male – aggiunge l’attrice nata a Tunisi nel 1933 – Hanno ragione le donne a denunciare le molestie, ma devono farlo prima. Il caso del ministro inglese che si è sospeso per aver toccato il ginocchio a una giornalista, deve far riflettere. Così non ci toccherà più nessuno”. Poi si dice “addolorata per questa campagna contro gli uomini. Loro cercano nella donna sempre la madre anche se non lo dicono. E’ solo una pia illusione quella del Principe azzurro che ti salva e ti protegge. Gran parte della razza umana dipende da Caino, un assassino. Sono convinta che Abele fosse donna, uccisa da un Caino geloso per il fatto che potesse partorire”.
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Nel lungometraggio della Wurth, che sarà presentato in anteprima domani sera al Maxxi nell’ambito della sezione Riflessi della Festa, la Milo si svela, ricordando il suo rapporto con Fellini. “Lo amo come se fosse ancora vivo – afferma dall’Auditorium Parco della Musica – Gli sarò grata per tutta la vita. Aveva una grande spiritualità che non è stata percepita ai tempi e un estremo pudore nel rapporto intimo tra uomo e donna. Era capace di tirare fuori l’aspetto migliore delle persone”. Di Bettino Craxi, invece, dice: “Era un uomo meraviglioso che amava il suo Paese, una persona molto semplice”.