«Essere gay non cambia niente nel lavoro dell’arbitro, ma se parlo di uguaglianza è giusto che io dica che sono omosessuale»
«Essere gay ed essere interessati al calcio non sono due cose che si escludono a vicenda». Ryan Atkin ne è prova e vuole che lo sappiano tutti. Ryan Atkin è il primo arbitro professionista ad aver fatto coming out. Il 32enne di Plymouth ha dichiarato la sua omosessualità qualche settimana fa alla vigilia dell’inizio dei campionati inglesi.
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Una voluta scelta di visibilità che non è una via facile nel mondo dello sport e in particolare in quello del calcio. Nella Premier League come nella maggior parte dei campionati professionistici europei non ci sono giocatori che abbiamo dichiarato di essere gay.
Appena 8 giorni ci sono stati cori omofobi durante la partita Leicester-Brigthon.
Fantastic supporters and show of inclusion at @celticfc#beyourselfpic.twitter.com/jBYRAvg8Eg
— Ryan Atkin (@ryantatkin) 20 agosto 2017
Il caso più famoso di giocatore apertamente omosessuale è Robbie Rogers nei Los Angeles Galaxy, ma il calcio maschile negli Usa è molto lontano dalla popolarità, dalle pressioni e dall’omofobia del pallone al di qua dell’Atlantico. Fra gli arbitri i casi noti si contano con le dita di una mano. I più noti sono Nigel Owens scozzese del rugby e lo spagnolo del calcio Jesús Tomillero, che ha subito minacce dopo il coming out. Per le parole omofobiche contro Owens due persone sono stati bandite dal campo tre anni fa durante l’incontro Inghilterra-Nuova Zelanda.
Did you see @GuernseyFC feature on @ITVLorraine? Respect to @ryantatkin, football’s first openly gay professional referee. ???? #BeYourselfpic.twitter.com/ACXBBHtMPG
— Guernsey FC (@GuernseyFC) 15 agosto 2017
«I modelli di comportamento sono fondamentali – ha detto Atkin a Sky Sports -. L’omofobia è ancora un grande problema, ma si possono cambiare regole del gioco. L’arbitro è insultato per tanti motivi, l’orientamento sessuale non può essere uno di questi».
Insulti che ha sentito rivolgere spesso. «Non a me personalmente, ma a tante altre persone. So che aver dichiarato apertamente di essere gay può portarmi atteggiamenti omofobi da parte dei giocatori, degli spettatori o anche dei colleghi, ma ho anche già trovato un’accoglienza molto positiva nel mondo del calcio».
La sua speranza è che altri nel mondo dello sport seguano il suo esempio perché «potrebbero non esserci giocatori omosessuali, ma ci sono certamente tifosi della comunità Lgbt e giovani gay che giocano a calcio». Giovani che magari non hanno fatto coming out e non sono certo aiutati da insulti omofobi. «Essere gay non cambia niente nel lavoro dell’arbitro, ma se parlo di uguaglianza è giusto che io dica che sono omosessuale. È importante essere ciò che si vuole ed essere accettati per quello che si è».
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I diritti Lgbt nel calcio hanno fatto meno strada che in altri sport e molte sono state le critiche per l’assegnazione a paesi come Russia e Qatar dei prossimi mondiali. Nel primo ci sono norme che limitano i diritti dei omosessuali e trans e nel secondo l’omosessualità in pubblico è illegale.
Da: VanityFair.it