Uno studente di 18 anni , N. Nhaveen, è stato picchiato, violentato e alla fine bruciato vivo in un campo a George Town (Penang, un’isola della Malesia). E’ stato ritrovato in mezzo alla strada ancora in fiamme ed è stato ricoverato d’urgenza in ospedale. Dalle 2:20 di notte è morto quasi 15 ore di agonia. Il giorno dopo dell’attacco, Nhaveen sarebbe dovuto partire per Kuala Lumpur per studiare composizione musicale all’università. La sua passione.
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Il gruppo di giovani che l’ha attaccato erano degli omofobi che, mentre stavano aggredendo il povero Nhaveen, hanno chiamato altri amici presenti nel campo, chiamandolo ripetutamente “pondan”, termine malesiano che vuol dire “fr**io di me**a”, e a picchiandolo con dei caschi. I medici hanno trovato varie ferite alla testa, ossa rotte, la schiena bruciata e il retto anale sanguinante e distrutto, come se dentro fosse stato infilato qualcosa di enorme. Cinque ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni sono stati portati in questura e sono stati trattenuti anche dopo la morte del giovane 18enne ed hanno ammesso di essere coinvolti.
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“Amava la musica… Nhaveen era così gentile e solare. Ho parlato con lui la settimana scorsa e sarebbe dovuto venire a casa mia per farmi il suo pollo al curry” ha dichiarato in lacrime lo zio. Il Ministro malesiano delle Donne, della Famiglia e dello Sviluppo della Comunità ha chiesto che i 5 ragazzi vengano processati come se fossero maggiorenni. “E’ necessario che questo caso sia trattato applicando il codice penale e non la legge penale per i minori. L’unica cosa che sua madre mi ha chiesto è che fosse l’ultimo episodio di questo genere e di non lasciare che un altro figlio muoia invano.” ha detto ai media durante la veglia tenuta per ricordare il ragazzo morto.