Siamo in Cecenia dove un ragazzino di soli 17 anni ha passato delle ore da incubo a causa del proprio zio dopo che aveva trovato il coraggio di dichiarare la sua omosessualità alla famiglia. Lo zio, in risposta, lo ha buttato giù dal nono piano per la vergogna di avere un parente gay. A quanto pare, questo è successo a seguito di alcuni avvertimenti che sembrerebbero provenire dalla polizia cecena: “risolvete il problema con gli omosessuali nelle vostre famiglie oppure dovremo intervenire noi”.
Il ragazzo, che fortunatamente e straordinariamente è sopravvissuto alla caduta, ha raccontato la sua esperienza di vita in Cecenia. Non appena si è dichiarato la famiglia, in panico, lo avrebbe chiuso in una stanza e avrebbe chiamato uno zio del ragazzo che, dopo grida, insulti e colpi vari, lo ha avvolto e gettato dal balcone. Ha svelato anche che quando ha sentito l’esigenza di parlare della sua omosessualità con uno dei suoi capi religiosi per avere qualche consiglio quest’ultimo, dopo averlo guardato con terrore, ribrezzo e disgusto, gli ha detto “come ceceno e come uomo non voglio più vederti qui. Né nella Moschea, né nel distretto. Voglio che te ne vada subito, perché tutto quello che mi hai detto è semplicemente la cosa più disgustosa che potevi dire. Spero solo che ora la tua famiglia abbia la dignità di ‘lavare via’ la vergogna che hai provocato. Vattene”. Il ragazzo ha inoltre rivelato che la prosecuzione della categoria LGBT in Cecenia non è una pratica nuova, ma, a dir suo, va avanti almeno dal 2009. “Molti altri come me sono stati catturati, uccisi e i loro corpi sono stati buttati nei giardini dalle loro famiglie perché, stando alla legge islamica, non è necessario seppellire i corpi degli omosessuali”.