I creatori di videogame cinesi stanno cercando di trarre vantaggio dall'”economia rosa” creando più videogame con contenuto LGBTI. La cosiddetta “economia rosa”, relativa, cioè, alla categoria LGBTI, ha aumentato il suo valore stimato a circa 300 miliardi annui di Dollari dopo che la Cina si è vista propensa ad accogliere la tematica gay e transgender nel settore dei videogame. E ci hanno visto bene i cinesi, infatti la Cina è il terzo mercato più grande al mondo di consumatori appartenenti alla categoria LGBTI, dietro solo agli USA e all’Europa.
Uno dei più importanti designer di videogiochi al mondo stabilito a Pechino, Zhu Qiming, ha sempre avuto in mente di creare un videogioco tutto LGBTI. Sta infatti lavorando a Rainbow Town, un gioco di simulazione della vita per gli smartphone, alla stregua di “The Sims”. Nel gioco, gli utenti sarebbero in grado di vestire i loro avatar con abiti eleganti e interagire con gli altri utenti online. “Ormai la categoria LGBTI sta gradualmente venendo accettata dal pubblico. Alcuni anni fa il pubblico non sarebbe stato pronto per un gioco quasi completamente gay – afferma Qiming – Con l’aumento della tolleranza sociale i gay e i transgender hanno iniziato a dimostrare la loro identità e incontrare altri membri della loro comunità attraverso una serie di attività sociali, tra le quali i videogames. Ho sempre voluto realizzare un gioco per questa categoria, in cui potessero rispecchiarsi. Lo scopo di questo gioco, infatti, è quello di permettere a queste persone di fare cose che non potrebbero o che non sarebbero in grado di fare nella vita reale, come indossare l’abito che vogliono o essere solo loro stessi”.