«Ho sempre sognato di trasformarmi in una sirena» racconta con gli occhi che brillano Benedetta, 12 anni, prima di entrare in vasca. Con la mano destra trasporta la sua lunga coda arancione, con le squame disegnate, nella sinistra si coccola la Barbie, ovviamente in versione caudata. «Nuotare così non è scomodo, anzi, mi viene proprio naturale».
Per divertirsi e tonificarsi Mermaiding si chiama questa disciplina acquatica, e spesso subacquea, che sta conquistando piscine e mari da Torino alla Sardegna, da Bergamo al Salento. «Si sta espandendo moltissimo» racconta alla Stampa Francesca Magnone, biologa marina originaria di Milano che, trasferitasi a Golfo Aranci, ha aperto un centro immersioni e una scuola, «La casa delle sirene», in omaggio al simbolo della città: «Dal 2014 facciamo corsi base, avanzati e specifici per la formazione di istruttrici Esa (European Scuba Agency) che, una volta preso il brevetto, vanno a insegnare mermaiding altrove».
A partecipare sono bambine ma anche tante donne, «magari appassionate di snorkeling o apnea». Spesso i corsi da sirene sono associati a lezioni di biologia. Come a Torino. «Dedichiamo i primi dieci minuti a parlare dei microrganismi marini – spiega Manuela Albertini, consulente del lavoro, istruttrice subacquea e fondatrice della Mermaid Academy Fias (Federazione italiana attività subacquee) – così che, una volta in mare, possano riconoscere gli animaletti che vivono sui fondali». Dalle Filippine all’ Europa Ai corsi si iscrivono bambine affascinate dall’ immagine della sirenetta Disney ma anche adulte.