Il sindaco di Arezzo andrà al Pride ad una sola condizione: niente sesso in strada per i manifestanti. Proprio così. Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo, è convinto che la manifestazione sia un’orgia generale. “Sono un po’ preoccupato – spiega a Repubblica.it – il 27 maggio, per la prima volta, sarà una manifestazione fatta in maniera provocatoria e che mettere in imbarazzo la gente, noi però l’accoglieremo civilmente. Sto pregando agli organizzatori di evitare effetti scenici imbarazzanti, come manifestazioni di sesso libero in strada”.
“I miei elettori sono perplessi. Mi dicono: ‘Ma come! Fai fare il gay pride ad Arezzo?’. E far capire perché dico sì è complesso. Io però sono il sindaco di tutti gli aretini. Quindi se i manifestanti rispetteranno «i canoni dell’accettabilità» – dice, – potrebbe scendere in piazza al loro fianco. Il limite per i maschi sarà il torso nudo. Via libera, invece, alle donne in bichini, ma non si parli di topless”. E sulle unioni civili dice: “non avrei votato la legge, ma la legge esiste e va applicata. Anche se io delego fare ai funzionari“. Sulle adozioni aggiunge di non avere le idee chiare. “Le cose si accettano per assiomi, dogmi, o esperienza. Io sono per verificare sempre. Sono un ingegnere. E ragiono secondo il metodo sperimentale. Il fatto è che non ho mai conosciuto famiglie da cui trarre esempi positivi. E mi pare che la Costituzione dica che la famiglia è quella con babbo e mamma. Non con genitore 1 e genitore 2. Ancora non mi sento culturalmente maturo per poter dire sì. Ma sono disposto a ricredermi di fronte all’esperienza, se qualcuno riuscisse a dimostrarmi il contrario”.