Sono passati 30 anni da una data storica. Era il 17 maggio 1990 quando l’ l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) rimuoveva l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD); la definì per la prima volta “una variante naturale del comportamento umano”.
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Oggi questa data viene ricordata celebrando il 17 maggio la Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia (International Day Against Homophobia, Transphobia and Biphobia).
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Nella 1952 risultava una condizione psicopatologica tra i “Disturbi sociopatici di Personalità”. Nel 1968 era considerata una deviazione sessuale, come la pedofilia, catalogata tra i “Disturbi Mentali non Psicotici”. Nel 1974 sui testi scientifici si parlava di ”omosessualità egodistonica”; cioè quella condizione in cui una persona omosessuale non accetta il proprio orientamento sessuale e non lo vive con serenità. Una teoria che sarà superata nel 1987 per arrivare poi appunto al 17 maggio 1990, quando anche l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) decise di cancellare l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali.